Il progressivo invecchiamento della popolazione ha provocato un netto aumento dell’incidenza di patologie croniche degenerative; tra queste una delle più diffuse è sicuramente l’artrosi. Essa è legata all’usura delle articolazioni; ha andamento tipicamente progressivo e, nei casi gravi, può anche determinare importanti limitazioni funzionali.
L’artrosi del ginocchio o gonoartrosi è una delle forme più comuni perché il ginocchio è un’articolazione molto sollecitata e sottoposta a stress funzionale elevato; se poi si aggiungono fattori di rischio piuttosto comuni come obesità, problemi posturali, pregressi traumi, è facile comprendere la ragione per cui questa patologia sia così diffusa.
In genere, il sintomo dominante è il dolore che dapprima è sporadico poi man mano che aumenta il processo degenerativo diventa sempre più frequente ed intenso.
Nelle forme più avanzate, la capacità funzionale della articolazione diventa molto scarsa per cui l’unico rimedio è la chirurgia. Nelle forme meno gravi si possono utilizzare, invece, vari tipi di trattamento conservativo.
La scelta dell’opzione terapeutica viene fatta in base ai dati clinici e radiologici e modulata in base alla risposta clinica.
Una metodica molto utile che si può integrare nell’iter terapeutico di un paziente con gonartrosi è sicuramente l’ozonoterapia; con essa è possibile iniettare direttamente nell’articolazione e zone limitrofe una miscela di ossigeno-ozonoterapia (OT). La miscela di OT viene ricavata da macchinari dedicati ed erogata secondo dosi e concentrazioni ben precisi. La sua attività si può così riassumere:
- antinfiammatoria antidolorifica perché blocca la produzione delle sostanze infiammatorie
- decontratturante della muscolatura
- stimolante del microcircolo.
La sua azione si integra molto bene con altri tipi di metodiche come le terapie manipolative, la tecar e gli ultrasuoni. Sicuramente è utile anche una terapia di supporto che aiuti l’organismo a innescare processi autonomi di rigenerazione.
Considerando la diffusione della patologia e tenendo conto dei buoni risultati conseguiti nella nostra esperienza clinica, si ritiene che tale metodo di cura sia applicabile ad un numero ampio di pazienti con buone probabilità di riuscita.